MANCA IL 40% DEL FABBISOGNO NAZIONALE DI CONCIMI

Si studiano metodi di concimazione alternativi per salvare le colture, dallagricoltura di precisione ai prodotti a cessione controllata dellazotoRoma, 16 marzo 2022 AllItalia in questo momento manca circa il 40% del fabbisogno di concimi per le campagne primaverili e per questo motivo, in ogni angolo del Paese, si stanno studiando soluzioni alternative per salvare le principali colture italiane, dal grano al mais, fino alle colture orticole pi bisognose di concimazione quali patate e pomodoro. quanto afferma CAI Consorzi Agrari dItalia sulla situazione nelle campagne italiane in uno dei periodi pi importanti dellanno, che si protrarr fino a fine maggio, in cui gli agricoltori provvedono a concimare le colture per ottenere prodotti di grande qualit.I tecnici di Consorzi Agrari dItalia, che quotidianamente lavorano accanto a oltre 80mila aziende agricole in tutto il Paese, consigliano in questo momento di utilizzare prodotti a cessione controllata dellazoto per ottenere un risparmio del 25% circa sui costi standard di concimazione.Un ulteriore aiuto pu arrivare dai sistemi di agricoltura di precisione che permettono di massimizzare la concimazione e risparmiare il 20% sul dosaggio di prodotti tradizionali.Importante anche il contributo dei batteri azoto fissatori per rendere disponibile lazoto atmosferico e sfruttarlo per la nutrizione delle piante.A creare il buco nelle forniture di fertilizzanti tradizionali, ricorda Consorzi Agrari dItalia, innanzitutto il caro energia e i prezzi alle stelle dei prodotti dovuto anche alla guerra in Ucraina che hanno portato alla chiusura temporanea dello stabilimento Yara di Ferrara, il pi importante centro di produzione in Italia.Per le stesse ragioni, inoltre, in questo momento si registra un sostanziale blocco delle esportazioni da parte dei Paesi pi vocati alla produzione di fertilizzanti.In particolare, lItalia importa il 70% circa di concimi minerali (azotati, fosfatici, potassio), con lEgitto che da sola rappresenta poco meno del 50% delle importazioni, seguito da Ucraina (10-15%), Algeria, Libia, Turchia, Marocco, Bielorussia e Russia.Pi contenuti i problemi per i fertilizzanti organici e organominerali, invece, la cui produzione nazionale arriva a coprire il 90% del fabbisogno.I prezzi dei concimi, come detto, non tendono affatto a diminuire, come avviene ormai da settembre: lurea supera i 1000 euro/ton (lanno scorso, di questi tempi, si aggirava intorno a 350 euro/ton), il nitrato ammonico raggiunge quota record di 1000 euro euro/ton, il perfosfato minerale passato da 170 agli attuali 350 euro/ton mentre i concimi a contenuti di potassio sono schizzati da 450 a 850 euro/tonnellata.

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