AGRICOLTURA DI PRECISIONE E FERTILIZZANTI INNOVATIVI PER RIDURRE DEL 25% COSTI CONCIMAZIONE

Garantire il fabbisogno nazionale di prodotti con grande attenzione alla sostenibilit ambientale e ai risparmi delle aziende, ecco i metodi alternativi per salvare le coltureRoma, 14 ottobre 2022 Lapplicazione delle tecnologie in agricoltura e lutilizzo di prodotti innovativi, come quelli a cessione controllata dellazoto, possono portare a una riduzione del 25% dei costi aziendali standard di concimazione, garantendo il fabbisogno nazionale di prodotti agricoli con grande attenzione alla sostenibilit e ai risparmi delle aziende. quanto afferma CAI Consorzi Agrari dItalia sulla situazione nelle campagne italiane in uno dei periodi pi importanti dellanno, quello delle semine.Nel 2022, secondo unanalisi della Coldiretti, a causa del caro energia e del conseguente aumento dei prezzi, le aziende agricole hanno ridotto di almeno il 30% gli acquisti di fertilizzanti tradizionali.Lurea balzata a 1.100 euro a tonnellata contro i 540 euro a tonnellata dello scorso anno, mentre il perfosfato passato da 185 agli attuali 470 euro/tonnellata e i concimi a contenuto di potassio sono schizzati da 455 a 1005 euro/tonnellata.Proprio per questo motivo necessario lavorare a soluzioni alternative in grado di garantire ladeguata concimazione dei terreni in modo da massimizzare le rese produttive e tenere alti gli standard qualitativi del prodotto.I tecnici di Consorzi Agrari dItalia, che quotidianamente lavorano accanto a oltre 200mila aziende agricole in tutto il Paese, consigliano in questo momento di utilizzare prodotti innovativi, come quelli a cessione controllata dellazoto, per ottenere un risparmio del 25% circa sui costi standard di concimazione.Un ulteriore aiuto pu arrivare dai sistemi di agricoltura di precisione che permettono di massimizzare la concimazione e risparmiare anche fino al 20% sul dosaggio di prodotti tradizionali.Importante anche il contributo dei batteri azoto fissatori per rendere disponibile lazoto atmosferico e sfruttarlo per la nutrizione delle piante.LItalia importa il 70% circa di concimi minerali (azotati, fosfatici, potassio), con lEgitto che da sola rappresenta poco meno del 50% delle importazioni, seguito da Ucraina (10-15%), Algeria, Libia, Turchia, Marocco, Bielorussia e Russia.Pi contenuti i problemi per i fertilizzanti organici e organominerali, invece, la cui produzione nazionale arriva a coprire il 90% del fabbisogno.

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